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L’Unione Europea tra miti e realtà: debito, sanzioni e sovranità perduta


E’ solo un piccolo tentativo, il mio, di chi ha passato una vita a lavorare in società che offrono servizi di intermediazione connessi con i mercati finanziari, come ad esempio il collocamento, la negoziazione di titoli e la gestione del risparmio, ma anche la raccolta e la concessione del credito; un piccolo tentativo, probabilmente, che non avrà nessun esito positivo, ma fatto in buona fede, nella speranza che possa servire a qualcosa. Certo, quasi la totalità dei lettori si renderà presto conto che “super economisti”, come Mario Draghi, Carlo Cottarelli, Romano Prodi o Mario Monti, hanno sin qui detto e scritto l’esatto contrario, ma cosa ci volete fare, io sono abituato a tener di conto alla vecchia maniera, quando uno più uno faceva sempre due. Non mi è mai piaciuta la “finanza creativa”, quella che ci ha portati ad accumulare un debito pubblico prossimo a superare i 3.000 miliardi. Non mi è mai piaciuto spacciare le cazzate per grandi trovate economiche e non mi è mai piaciuto fare i conti con i portafogli degli altri, quindi, vorrei tentare di spiegare ciò che ha significato e significa per l’Italia, ma soprattutto per gli italiani, l’Unione Europea. 

Tutti coloro che grazie alla U.E. sono stati sdoganati come grandi economisti, in realtà, visti i risultati, al massimo, potrebbero essere definiti dei pessimi commercialisti, non fosse altro perché hanno sempre affermato e continuano ad affermare, che l’Europa per l’Italia è indispensabile, che non si potrebbe più lavorare e vivere al di fuori dell’Unione Europea, senza il “disinteressato” e salvifico ombrello offertoci dalla B.C.E.. Parole ripetute come un mantra da giornalisti nemmeno degni di scrivere sulla carta igienica e dai grandi “sacerdoti” dell’euro, alcuni dei quali, Mario Draghi, Romano Prodi e Mario Monti, ahimè, ci è anche toccato di vederli all’opera nelle vesti di Primo Ministro. Occhio, però, lungi da me, nonostante i disastrosi risultati ottenuti: il folle indebitamento dell’Italia, la perdita della sovranità nazionale, l’impoverimento delle famiglie e il fallimento di decine di migliaia di piccole e medie aziende, volerli descrivere come sciocchi presuntuosi e incapaci, semplicemente, gli interessi di tali dotti economisti, non coincidevano e non coincidono con gli interessi del Paese e degli italiani.

Indro Montanelli da Fucecchio (FI), giornalista, saggista e scrittore, tra i più popolari del novecento, capace di distinguersi per la limpidezza della sua scrittura, una volta disse: Quando si farà l’Europa unita, i francesi ci entreranno da francesi, i tedeschi da tedeschi e gli italiani da europei”. Non parole di un euroscettico, piuttosto, parole di un uomo intelligente, capace di non farsi intortare e di tener sempre presente che uno più uno, faceva e farà sempre due. La tanto indispensabile “Europa unita”, infatti, sin da subito ha abbandonato la proclamata ambizione di creare il suo popolo; ha cestinato, se mai ce ne fosse stato almeno uno, ogni tipo di progetto politico; ha annientato la democrazia in Grecia e l’ha fatto, fra l’incomprensibile disinteresse dei popoli non coinvolti, causando centinaia di migliaia di morti per mancanza di soldi, medicinali e cibo; ha dato vita, cercando legittimazione nei cittadini, ad una splendida “Carta dei Diritti Fondamentali”, che avrebbe dovuto avere lo stesso valore dei trattati, ma che è finita, sopraffatta dalla logica economica, per essere cancellata dal quadro istituzionale europeo; ha istituzionalizzato e formalizzato logiche violente attraverso l’esercizio impietoso del potere, che ha prodotto esclusione delle persone ed espropriazione dei diritti ed ha resuscitato la censura, emarginando o facendo tacere ogni forma di dissenso, spesso con metodi che ricordano le peggiori dittature del passato. Non solo, allo storico deficit di democrazia ha permesso che si affiancasse un sempre più distruttivo deficit di legittimazione, che ormai, grazie al disinteresse collettivo, sconfina apertamente nell’illegalità. C’è forse altro modo di descrivere quanto è avvenuto e quanto sta avvenendo: “Campagna Vaccinale Anti Covid”, “Passaporto Sanitario Internazionale”, “Identità Digitale”, “Qatargate”, sostegno in soldoni e armi all’Ucraina, “Agenda 2030” e sostegno politico e militare a Israele, colpevole del genocidio del popolo palestinese?

Ma venendo a noi, credo sia indispensabile prendere coscienza che l’art. 17 del Trattato sull’Unione Europea stabilisce per norma l’esclusione del Parlamento Europeo dall’iniziativa legislativa, invece, prerogativa esclusiva della Commissione Europea, che però, in spregio a qualsivoglia considerazione di carattere democratico, non è eletta dai cittadini, ma nominata altrove, nelle ovattate stanze delle grandi banche d’affari, che hanno la testa della piovra negli Stati Uniti d’America. Ormai ineludibile, quindi, il Parlamento Europeo, contrariamente a quanto la stragrande maggioranza degli italiani possa pensare, non è la sede del Potere Legislativo all’interno delle istituzioni comunitarie, ma serve esclusivamente quale alibi ai veri padroni del “Vecchio Continente”. Alibi che gli rinnoviamo ogni qual volta ci rechiamo alle urne per votare nuovi europarlamentari, che all’interno delle istituzioni comunitarie hanno la stessa valenza, ad essere buoni, del due di picche a briscola, ma quando la briscola è cuori. Ciò nonostante, poco fedeli all’Italia e molto fedeli all’Europa, il rinnovo del Parlamento Europeo è vissuto dagli italiani quasi alla stregua di una “festa elettorale”, seppur questi vent’anni o poco più di Unione Europea, per l’Italia hanno significato lo smantellamento del 90% del sistema produttivo; la creazione di milioni di disoccupati; l’istituzionalizzazione del lavoro precario e sottopagato; l’aumento indiscriminato della povertà; l’aumento esponenziale dell’immigrazione clandestina; l’aumento dei prezzi di qualsivoglia genere di consumo; la perdita di sovranità in ogni settore, da quello politico a quello finanziario, da quello giuridico a quello agroalimentare e da quello culturale a quello sanitario.

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Non vengano, quindi, a raccontarci quanto è indispensabile l’Unione Europea per l’Italia. Quel poco, molto poco, che sin qui ci è stato dato, sotto forma di finanziamento o di sovvenzione, forse, non corrisponde nemmeno alla centesima parte di ciò che l’Italia ha dato e continua a dare all’Europa. In questi anni ci è toccato vedere i nostri figli, probabilmente anche schifati da genitori imbelli e ignavi, emigrare all’estero, anche per fare i manovali o i lavapiatti e abbiamo fatto finta di niente, addirittura, molti genitori, mi è toccato sentire anche questo, hanno preso la palla al balzo per vantare la conoscenza della lingua inglese da parte del figlio, “che grazie agli studi poteva migrare nel Regno Unito per lavare i piatti in un ristorante di Londra”. 

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Non ci vengano a dire, i rinnegati che hanno contribuito alla distruzione del Paese, chi da assassino progettista, chi da vigliacco esecutore e chi da scriteriato elettore, che l’Unione Europea è la nostra ancora di salvezza. I finanziamenti ricevuti, PNRR docet, sbandierati dalla politica romanocentrica come una grande vittoria dell’Italia, in verità sono un prestito oneroso al quale non riusciremo mai a far fronte se non con ulteriori cessioni di sovranità nazionale, magari continuando a distruggere il nostro settore agroalimentare, arrivando anche ad importare “vino” annacquato da Olanda e Germania, o sacrificando le nostre colture di grano, mais e riso sull’altare del dio pagano della “sostenibilità alimentare”, grande dispensatore di farine derivate dagli insetti e di colture transgeniche made in U.S.A.

Non ci vengano a dire che senza Europa si muore, semmai è l’esatto contrario, da quando siamo nell’Unione Europea la mortalità, senza guardare gli ultimi due anni in cui le “morti improvvise” hanno fatto saltare il banco dell’Istat, è aumentata esageratamente a cominciare da quella sul lavoro. Sono aumentati i suicidi causati da fallimenti economici e perdita di occupazione e sono aumentate le morti legate al sistema cardiocircolatorio, ai tumori ed al sistema respiratorio per mancanza di cure e per inefficienza del sistema sanitario pubblico.

Non ci vengano a dire che per noi è strategico rimanere all’interno dell’Unione Europea perché ogni giorno dell’anno, la buona “mamma Europa” ci estorce circa 200.000 euro sotto forma di multe per inadempienze a trattati sottoscritti dai nostri governi, quindi, di due una, o i nostri governanti, da Prodi in poi, sono stati tutti dei rinnegati affaristi o dei poveri mentecatti, imbecilli pluripatentati. Nei fatti, senza andare tanto indietro, non fosse altro che per evitare forti dolori di stomaco ai lettori, la Commissione Europea, il 27 gennaio 2022, ha ancora aperto ben 8 infrazioni per mancato recepimento di direttive europee, facendo salire a 110 le procedure a carico del nostro Paese, di cui 65 per violazione del diritto dell’Unione e 45 per mancato recepimento di direttive Comunitarie. La Corte dei Conti ha calcolato che dal 2012 al 2020 l’Italia ha pagato 752 milioni di multe all’Unione Europea per le condanne conseguenti ad alcune delle procedure di infrazione che gravano sul nostro Paese, così, per aggiornare l’importo ai giorni nostri, cosa difficile per l’ambiguità della politica romanocentrica, si può dire che la cifra sia arrivata abbondantemente a superare i 900 milioni e per capire quanto questo vada ad impattare sui nostri conti pubblici, basta tener conto che solo nel 2020 abbiamo sacrificato più di 67 milioni di euro in multe.

Non ci dicano che l’Unione Europea è sinonimo di sviluppo e di legalità perché anche i nazisti dicevano la stessa cosa, bisogna solo capire cosa significa sviluppo e legalità per i veri padroni dell’Europa. Per l’Italia significa pagare multe per tutto, per il mancato recupero degli aiuti pubblici “illegittimi” concessi alle imprese nel territorio di Venezia e Chioggia; per il mancato recupero degli aiuti pubblici “illegittimi” concessi per interventi a favore dell’occupazione; per il mancato recupero degli aiuti “illegittimi” di Stato concessi agli alberghi dalla Regione Sardegna per i quali il 31 dicembre 2020 sono stati pagati 7,5 milioni in forma forfettaria e 80 mila euro per ogni giorno di ritardo nell’applicazione delle misure necessarie a conformarsi alla sentenza del 2012. Vi pare poco? E allora andiamo avanti, le multe sono fioccate anche per le 200 discariche abusive che fanno del nostro Paese una fogna a cielo aperto e che ci sono costate, pagate in forma forfettaria, 40 milioni più 42,8 milioni per ogni semestre, arrivando nel 2020 ad un conto monstre di 232 milioni di euro. Tutto questo senza contare che l’Italia è anche assoggettata a quattro procedure di infrazione per la non applicazione della direttiva sul trattamento delle acque reflue. Sotto accusa è la nostra rete fognaria e la mancanza di impianti di depurazione e ciò nonostante, ovviamente a carico dei cittadini, oggi ci viene presentata la “green economy”, anch’essa voluta dall’Europa, che azzererà il valore di oltre 12 milioni di abitazioni per le quali moltissimi stanno ancora pagando i mutui. L’Italia paga anche 90 mila euro di multa ogni giorno dell’anno perché l’Unione Europea ha stabilito che abbiamo troppi corpi di polizia, infatti, se ne pagavano 30 mila al giorno quando i corpi di polizia erano sette: Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Penitenziaria, Capitaneria di Porto e Vigili del Fuoco, ma poi, la politica romanocentrica, in nome della lottizzazione del potere attraverso la dispensazione di posti di lavoro, calcolato che le multe le pagano i contribuenti, ha pensato bene di duplicare la Polizia Penitenziaria e di centuplicare le Polizie Locali, Provinciali e Consortili. 

Non ci dicano che l’Unione Europea pensa al benessere dei popoli, perché è oltremodo evidente che l’Unione Monetaria Europea pensa esclusivamente al benessere dei banchieri e dei veri padroni del mondo, quelli che controllano le Big Pharma, le multinazionali ed i governi: Blackrock, Vanguard, State Street e Geode Capital Management, ossia i i fondi d’investimento che risultano essere i maggiori azionisti del 90% delle società del Pianeta Terra quotate sullo “S&P 500” e di molto, moltissimo altro ancora. 

Non ci vengano a dire che siamo in prima linea per salvare il mondo dall’inquinamento grazie alle auto elettriche, le pale eoliche ed i pannelli fotovoltaici perché le auto elettriche andranno a creare il gigantesco problema dello smaltimento delle batterie; le “case ecologiche” creeranno l’enorme problema dello smaltimento dei pannelli fotovoltaici e le pale eoliche, sempre che la cosa interessi ancora, produrranno più inquinamento acustico che non corrente elettrica. Inoltre, anche se la cosa pare non appassionare nessuno, certamente non gli “ambientalisti della domenica”, tutta questa magnifica “green economy” ha ridato nuovo splendore, in Africa, Asia e America Latina, allo schiavismo, forse mai del tutto morto, ma adesso, riesploso alla luce del sole per colpa o per merito, fate voi, di chi riesce a credere che si possa salvare il mondo viaggiando su un’auto elettrica. Le cronache ci narrano, seppur sapientemente occultate in Italia, di nuovi mercati di schiavi, di centinaia di migliaia di bambini, impegnati a scavare la terra, fino alla morte, in “miniere” senza nessun requisito di sicurezza, maltrattati, mal vestiti e mal nutriti, carne da macello necessaria all’estrazione dei minerali indispensabili alla nuova e “pulita” green economy.

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Come ho scritto, il mio è solo un piccolo tentativo, forse spingerà qualcuno ad informarsi correttamente, ad andare oltre le apparenze, o forse no. Poi, una cosa è certa, soprattutto quando si parla di economia, finanza, società e politica, le idee sono come le palle e ognuno, alla fine, si tiene le sue. Quando le ha.





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