Associazione per delinquere, usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria estorsione, favoreggiamento, truffa ai danni dello Stato, turbata libertà degli incanti, trasferimento fraudolento di valori, emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e reimpiego di denaro provento di reato, oltre ad illeciti in materia di contrasto all’immigrazione clandestina: sono questi i reati contestati, a vario titolo, ai 28 coinvolti in una operazione del comando provinciale della Guardia di Finanza di Salerno che ha sgominato una banda dedita all’usura e alle estorsioni con base a Sarno (Salerno)
Nel servizio le interviste a:
gen. Luigi Carbone – comandante provinciale GdF Salerno
Giuseppe Borrelli – procuratore della Repubblica tribunale Salerno
Luigi Cannavale – procuratore vicario Salerno
Prima ottenevano – grazie ad attestazioni di commercialisti e direttori di banca compiacenti – finanziamenti agevolati per le piccole e medie imprese garantiti dallo Stato; poi utilizzavano i capitali ottenuti per fare prestiti a tassi d’usura, pretendendone la restituzione anche con metodi estorsivi.
Il gruppo sgominato dall’inchiesta della guardia di finanza di Salerno, coordinata dalla procura, ruotava attorno a Massimo Graziano, una delle 28 persone destinatarie delle misure cautelari emesse dal gip che – però – non ha riconosciuto l’aggravante del metodo mafioso.
Graziano, che nel 2015 una sentenza passata in giudicato ha riconosciuto organico all’omonimo clan della Valle di Lauro, aveva un tenore di vita ben al di sopra della sua capacità reddituale e girava in Ferrari. Circostanza che ha finito per tradirlo.
Il meccanismo fraudolento coinvolgeva società di capitali di cui era simulata la solidità patrimoniale e finanziaria, per ottenere finanziamenti di cui non venivano pagate le rate, ammortizzate dalla garanzia statale.
Le indagini hanno appurato l’esistenza di un’associazione per delinquere che era capace anche di favorire l’immigrazione clandestina attestando in più di 500 casi falsi contratti dietro compenso di 5.000 euro per ogni nulla osta rilasciato, ma era arrivata a immaginare un traffico di rifiuti con il nord Africa mai realmente messo in pratica.
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